27 gennaio: IL GIORNO DELLA MEMORIA.

PER NON DIMENTICARE

 

Oggi è il “Giorno della Memoria”, la ricorrenza internazionale in commemorazione di tutte le vittime dell’Olocausto. La data simbolica è quella del 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche sfondarono i cancelli di Auschwitz e davanti a loro si aprì un inimmaginabile orrore.

Quest’anno abbiamo voluto che il nostro contributo al ricordo lo redigesse il Prof. Giorgio Giannini, uno storico, autore del libro “Vittime Dimenticate”.

 

 

 

 

 

LE VITTIME DIMENTICATE

DELLA BARBARIE NAZISTA

 

Tutti conoscono la tremenda tragedia della Shoah, cioè lo sterminio da parte dei nazisti di oltre 6 milioni di ebrei: in parte morti per gli stenti e per le malattie nei ghetti allestiti alla fine del 1939 nelle principali città del Governatorato Generale (la Polonia occupata militarmente e non annessa al Terzo Reich); in parte assassinati dalle Einsatzgruppen (Squadre operative), aggregate alle Armate tedesche, istituite nell'estate 1941 con la guerra all'URSS, che avevano il compito di eliminare tutti gli “indesiderabili” dal punto di vista razziale e politico, quali gli ebrei, i Rom ed i funzionari comunisti; in parte trucidati nei Campi di sterminio, istituiti nella primavera del 1942, dopo la decisione di avviare la “soluzione finale del problema ebraico”, adottata nella Conferenza di Gross Wansee, vicino a Berlino.

I nazisti, però, hanno eliminato milioni di altre persone, soprattutto prigionieri di guerra sovietici e slavi, che erano considerati “sotto uomini”: li hanno massacrati nelle fosse comuni o li hanno utilizzati nei lager come “schiavi” per le industrie belliche e la maggior parte sono morti perché sottoposti ad un regime detentivo e lavorativo molto duro e con una alimentazione insufficiente.

Inoltre, i nazisti hanno trucidato nel periodo bellico circa 500.000 Rom, i quali, benché appartenenti al gruppo etnico indoeuropeo, erano considerati “ariani decaduti” ed appartenenti ad una “razza degenerata” perché avevano assimilato le caratteristiche peggiori delle popolazioni dei numerosi Paesi in cui avevano soggiornato nella loro secolare migrazione dall’India. Inoltre, erano considerati “pericolosi” in quanto “asociali” e con tendenze criminali. Nell’estate 1942, fu decisa anche per loro la “soluzione finale” (cioè la loro eliminazione). Così, il 16 dicembre 1942, fu emanato il cosiddetto Decreto Auschwitz, che disponeva l'internamento di tutti i Rom-Sinti nel Campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove fu allestito uno specifico settore, denominato Zigeunerlager (Campo degli zingari): il Settore B II E.

La notte del 2 agosto 1944, tutti i Rom furono avviati alle camere a gas. Si salvarono solo una ventina di bambini, utilizzati come cavie in pseudo esperimenti.

I Rom avevano tatuata sul braccio la lettera Z (iniziale di Zigeuner, ovvero zingaro) e portavano sull'abito civile (non avevano infatti la casacca da internato e vivevano con i familiari) il triangolo marrone o il triangolo nero dei criminali.

I nazisti hanno anche perseguitato, subito dopo la presa del potere, gli omosessuali, colpevoli ai loro occhi di essere dei “diversi” per la loro vita sessuale. Infatti, il 23 febbraio 1933 fu emanato un Decreto che disponeva la chiusura dei locali frequentati da omosessuali e migliaia di essi furono internati, come asociali, unitamente ai Rom, agli alcolisti ed ai senza fissa dimora, nei Campi di rieducazione, istituiti fin dalla primavera del 1933. Nel giugno 1935, fu introdotto nel Codice Penale l'art. 175 A che puniva con la reclusione di sei mesi anche le semplici “fantasie sessuali”. Il condannato, dopo aver scontato la pena, era inviato in un Campo di rieducazione.

Dall'aprile 1938, gli omosessuali arrestati per “atti contrari alla morale” furono internati nei Lager senza processo. La repressione si intensificò alla fine del 1941 con la previsione della pena di morte perché minavano la “salute del popolo tedesco”.

Gli omosessuali internati nei Lager portavano un triangolo rosa, con chiaro intento spregiativo, e svolgevano i lavori più ripugnanti, come lo svuotamento delle latrine; spesso erano vessati ed anche stuprati dai compagni di baracca. Molti, furono sottoposti a pseudo esperimenti scientifici per cercare di “guarirli”.

I nazisti hanno perseguitato, fin dal 1933, anche i Testimoni di Geova (chiamati bibelfoscher cioè studenti della bibbia), perché considerati “oppositori” del regime, di cui avevano messo in evidenza, fin dall'inizio, nelle loro riviste, lo spirito liberticida e guerrafondaio. Anche dopo lo scioglimento del loro Movimento, nel 1935, continuarono a svolgere l’attività religiosa, anche all'interno dei Lager nei quale erano internati. Molti, avendo rifiutato di svolgere il servizio militare durante la guerra, furono condannati a morte. Erano considerati dai nazisti “prigionieri volontari” perché potevano essere liberati se abiuravano la propria fede religiosa; invece sono rimasti “saldi” (come essi stessi amano dire) di fronte alle brutalità del regime nazista. Nei Lager portavano sulla divisa da internato il triangolo viola.

I nazisti hanno infine perseguitato, fin dal 1933, i malati di mente, i malati incurabili ed i disabili perché erano considerati “vite non degne di essere vissute“. Infatti, secondo le teorie eugenetiche utilitaristiche, elaborate alla fine dell’Ottocento negli USA e recepite nella Germania prenazista, erano considerati elementi “improduttivi” per il Reich e pertanto rappresentavano solo un peso economico per la società. Così, in base alla Legge per la Protezione della prole affetta da malattie genetiche ereditarie, emanata il 14 luglio 1933 per evitare la procreazione da parte delle persone con malattie ereditarie, furono sterilizzate circa 350.000 persone, sulla base della decisione adottata dai Tribunali per la salute della stirpe.

Nell’ottobre 1939, poiché si riteneva che il programma di “sterilizzazione obbligatoria” non fosse più sufficiente a garantire la “purezza della razza ariana”, si organizzò un progetto di eutanasia per la eliminazione dei disabili, denominato Aktion T 4 (Operazione T 4) dall'indirizzo (al n. 4 della Tiegartenstrasse di Berlino) in cui aveva sede l'Ufficio preposto. L'Aktion T 4 fu il primo progetto di “eliminazione collettiva”, mediante la “gassazione”, adottata in sei Centri, appositamente istituiti in Ospedali civili e psichiatrici. Nell'agosto 1941, l'Operazione T 4 fu sospesa in seguito alle proteste delle Chiese, dopo che erano state eliminate circa 70.000 persone, di cui 5.000 bambini. Gran parte del personale dell'Aktion T 4 fu impiegato nei Campi di sterminio, istituiti per la “soluzione finale del problema ebraico”, operanti fino all'inizio del 1945.

In definitiva, i Rom, gli omosessuali, i Testimoni di Geova ed i disabili, per il loro modo di essere e di vivere, rappresentavano un pericolo per la “purezza della razza ariana” e per il Terzo Reich e quindi dovevano essere “eliminati dalla società”.

E’ doveroso ricordare queste “vittime dimenticate” della barbarie nazista, nella speranza che la loro tragica vicenda non si ripeta.

 

Prof. Giorgio Giannini