La vicenda dell’estromissione dei liberi professionisti dai CAA inizia nel 2020 quando l’allora Direttore di AGEA, Gabriele PAPA PAGLIARDINI, impose ai CAA una “Convenzione” che prevedeva la seguente clausola:
“Entro il 30 settembre 2020 tutti gli operatori abilitati ad accedere ed operare nei sistemi informativi dell’Organismo pagatore devono essere lavoratori dipendenti del CAA o delle società con esso convenzionate”
pertanto con l’effetto di estromettere i liberi professionisti, cioè i soggetti maggiormente preparati e competenti.
Il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati intervenne immediatamente nei confronti di AGEA altresì sollevando pubblicamente il problema; seguì un ampio confronto politico-parlamentare nel corso del quale, purtroppo i tre Albi di settore (Agrotecnici, Agronomi e Periti agrari) non riuscirono a fare sintesi, a lavorare effettivamente insieme, né durante la fase dell’interlocuzioni politiche né -soprattutto- nella fase dei ricorsi, appuntamento nel quale si presentarono divisi:
- il Collegio degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati impugnato direttamente gli atti di AGEA e, nel ricorso, si costituirono in appoggio sia il CUP-Comitato Unitario dei Professionisti che la Cassa di Previdenza degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati. Quest’ultima inoltre si costituì anche in appoggio al ricorso presentato dal CAA CANAPA, di riferimento per gli Agrotecnici;
- il Collegio dei Periti agrari non propose nessun ricorso diretto contro AGEA, ma si costituì in appoggio ai ricorsi dei due CAA di riferimento dei Periti agrari, insieme alla RPT-Rete Professioni Tecniche;
- la Cassa di Previdenza dei Periti Agrari (pur essendo inclusa nella Fondazione ENPAIA, esattamente come quella degli Agrotecnici) non propose né aderì ad alcun ricorso;
- l’Ordine dei Dottori Agronomi non propose alcun ricorso e non si costituì in appoggio a nessun ricorso altrui;
- l’EPAP-Ente di Previdenza Pluricategoriale (che comprende anche la previdenza degli Agronomi) si costituì in appoggio al ricorso promosso da UNICAA, di riferimento per gli Agronomi;
tutti i ricorsi sono stati tuttavia respinti dal Consiglio di Stato e gli Albi e le Casse di Previdenza, insieme ai CAA dei professionisti, sono risultati soccombenti nei giudizi, a conclusione dei quali il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, prendendo atto del negativo risultato complessivo e dell’impossibilità di proseguire il contenzioso (le sentenze del Consiglio di Stato sono definitive ed inappellabili), ha cercato di riallacciare il dialogo sia con AGEA che con il MASAF.
Altri hanno invece continuato a proporre ricorsi, che sono serviti solo a prendere altro tempo nei rinvii (e forse creare facili illusioni); i nuovi ricorsi comunque si sono infine conclusi nell’estate 2023 in favore di AGEA.
Nei mesi a seguire AGEA ha dettato disposizioni per applicare le sentenze, prevedendo che da ottobre 2023 tutti gli Operatori dei CAA debbano essere dipendenti da questi ultimi oppure dipendenti da “Società di Servizio” possedute esclusivamente dal CAA.
I liberi professionisti però potevano sempre operare nell’ambito dei CAA od in combinazione con essi, in funzioni diverse, di tipo tecnico.
Nel mese di agosto 2023 AGEA e MASAF hanno elaborato un nuovo Decreto di riforma dei CAA che prevede la totale estromissione dei Professionisti, impedendo anche le residue forme di collaborazione con i CAA.
Contro tale scelta si è mosso, con proprie iniziative, il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati ottenendo dal MASAF e da AGEA una apertura di dialogo ed importanti cambiamenti, con proposte che sono state accolte ed integrate nel DM MASAF n. 83709 del 21 febbraio 2024 così consentendo il mantenimento di spazi di convivenza e di collaborazione fra i CAA ed i liberi professionisti. Di seguito gli aggiornamenti sulla vicenda ed i testi in discussione.